|
COMUNE
DI POZZALLO |
GLI EVENTI CULTURALI - Anno 2009 - Inaugurazione sede biblioteca |
Per guardare il materiale informativo dell'evento, clicca sulle immagini qui sopra
Gentile utente,
Il
Direttore
Non ho l’abitudine di intervenire leggendo un discorso preparato prima per il semplice motivo che preferisco cogliere le emozioni della circostanza e del momento, farle proprie e parteciparle agli altri. Oggi tuttavia voglio dare lettura del mio pensiero perché con il trascorrere degli anni ho compreso sempre di più quanto sia importante lasciare traccia concreta degli eventi importanti della comunità. E quella di oggi è una giornata storica per il nostro Comune, per Pozzallo, per la famiglia Tedeschi, per la cultura e per il futuro dei nostri figli. Il 4 novembre 1973 nell’ex Mercato di Piazza Cesare Battisti, madrina Maria Ombrellino moglie dell’allora sindaco Vincenzo Galfo, presente l’o. Natalino Amodeo, partecipai quale primo direttore onorario all’inaugurazione della Biblioteca dopo decenni di attesa; a distanza di 36 anni, oggi prendo parola quale assessore alla Cultura, con la coscienza di dovere lasciare una traccia scritta a memoria dell’evento. E l’emozione è oggi duplice perché in questo 3 ottobre si racchiudono due eventi insieme: la definitiva sistemazione della Biblioteca Comunale e la riapertura al pubblico e alla pubblica fruizione della Villa Tedeschi. Questo passaggio di beni dagli eredi Tedeschi al Comune di Pozzallo mi ha visto protagonista. Avevo appreso, quale giornalista, del tentativo di vendita di Palazzo Musso ai privati; stessa sorte si prospettava per questa importante villa. Contattai l’allora sindaco di Pozzallo Vincenzo Galfo che mi diede delega illimitata alla trattazione del caso. Grazie alla relazione pronta ed illuminata del critico d’arte prof. Paolo Nifosì predisponemmo una delibera di Giunta con immediato effetto esecutivo che chiedeva alla Sovrintendenza Regionale la dichiarazione di vincolo dei due edifici per il loro pregio architettonico e storico. L’allora responsabile, l’ architetto Paolini della sede di Catania, accolse l’istanza e quel vincolo fece cadere subito il tentativo di compravendita tra la proprietà ed i privati. Occorreva un secondo passaggio: trovare i soldi per l’acquisto dei due edifici da parte del Comune. E qui le ottime relazioni con gli allora deputati Giummarra ed Avola consentì la promulgazione della Legge 80 del 1-8-1977 che finanziava a spese della Regione Sicilia il 95% del costo degli edifici di particolare pregio storico. Ho seguito tutto l’iter sino all’acquisto dei due edifici con i soldi della Regione e qualche spicciolo pagato dal Comune; poi ho concluso l’accordo con la famiglia degli eredi Tedeschi per il completamento dell’acquisto della Chiesa per completare il possesso di tutto il complesso architettonico. Grazie alla mediazione del prof. Carlo Trombatore con la madre e mia con la componente politica che guidava il Comune, si raggiunse anche questo traguardo. Dopo tentativi vari di restauri andati a vuoto, di decadimento del bene, di abbattimento scellerato del vialone di ingresso alla Villa, i cosiddetti “tribuneddi”, di cui si tentò disperatamente ed inutilmente il recupero nella discarica ove furono subito avviati dopo la demolizione, oggi finalmente sono stati completati i lavori ed è stato il consiglio comunale in carica e la giunta Sulsenti con l’accollo del mutuo per il completamento del tetto a porre, definitivamente, la parola fine al recupero dell’edificio. Oggi consegniamo alla città un bene prezioso, una testimonianza storica di rilievo, recuperata quasi integralmente e che dovrà essere ancora seguita dal recupero della parte ecclesiale e cimiteriale, dei magazzini e dell’orto botanico. Dall’acquisto alla riapertura della Villa sono trascorsi più di 30 anni, troppi. E tuttavia è una gioia oggi questo traguardo perché si unisce al trasferimento della Biblioteca in questo sito. Ci sono stati negli anni scorsi idee varie, più o meno legittime o strampalate. La creazione di un unicum tra Biblioteca e palazzo storico monumentale è stata a giudizio nostra e dell’Amministrazione Sulsenti una scelta precisa perché la salvaguardia di questo bene è data dalla creazione di un centro culturale quale è la Biblioteca in grado di creare frequentazione ed uso quotidiano della villa. La perifericità dell’insediamento può essere salvaguardata proprio da una fruizione continua, che preservi il complesso dalla caducità che comporta la inutilizzazione, come sarebbe accaduto nel caso di allocazione di una fondazione o di uffici di rappresentanza. Unicum significa fare sistema tra un bene monumentale sotto il profilo architettonico ed il bene librario, due patrimoni della cultura che procedono di pari passo nella funzione di creare amore per il bello, amore per lo studio, amore per lettura, amore per tutto ciò che è cultura, cioè crescita dell’uomo in sapienza, equità, benessere psicofisico. Questa Villa nata dall’amore del Marchese Tedeschi per la propria famiglia e per Pozzallo, acquistata per l’amore di salvaguardia della storia di Pozzallo da amministratori lungimiranti dell’epoca democristiana e di centrosinistra, recuperata da un’altra amministrazione di centrodestra, oggi diventa sede della Biblioteca nata dall’amore per la propria città, dalla voglia di dare strumenti di formazione ai pozzallesi. Devo pubblicamente dichiarare che il direttore della Biblioteca di Pozzallo di oggi, Giancarlo Sessa ha con grande sacrificio trasferito i libri con la propria macchina, a piccoli tomi, comprendendo appieno che il libro è oggetto sacro, non affidabile ad una ditta di trasporti, dando l’esempio in prima persona dell’amore che bisogna avere per la dotazione libraria di una biblioteca. Sino a quando questa istituzione sarà affidata a persone che amano i libri, amano il proprio lavoro di bibliotecario, amano diffondere la cultura, ci sarà spazio per le speranze, anzi le certezze di un avvenire migliore per i giovani di Pozzallo. E una finale considerazione vorrei fare sulla figura del Marchese Tedeschi. Mi limito alla lettura di quanto contenuto nella lettera inviata nei giorni scorsi agli eredi, dal segretario comunale dott. Bella, che accomuno ai ringraziamenti per il fervore con cui accompagna le iniziative culturali di cui ha diretta responsabilità gestionale, lettera inviata su incarico del sindaco Sulsenti e dell’assessorato alla Cultura. “Nelle recenti conferenze organizzate per il 180° Anniversario della fondazione del Comune di Pozzallo, ripercorrendo la storia cittadina e degli uomini che l’hanno fatta, è stata ricordata l’importanza della figura del Marchese Corrado Tedeschi Polara, amministratore per lunghi anni di questa città, dapprima come Commissario Prefettizio, poi come primo Podestà, quindi in vari Comitati ed infine come Assessore nell’Amministrazione del dott. Antonino Giunta, fino al suo ritiro dalla scena politica cittadina, avvenuta nel 1956, per motivi di salute. Con l’occasione è stato ricordato il suo contributo determinante dato dal Marchese Tedeschi allo sviluppo cittadino, in particolare con la promozione di opere importantissime:l’ampliamento del cimitero comunale e dell’acquedotto legato alla sorgente Favara, il rafforzamento del pontile di pietra antistante la Torre Cabrera, per l’attracco di piccoli velieri e delle barche dei pescatori, ma soprattutto alcune tra le opere che oggi caratterizzano maggiormente l’immagine stessa di Pozzallo, quali la Piazza Rimembranza, l’attuale Municipio, la sua Piazza antistante e la circostante Villa comunale, questi ultimi eseguiti sotto suo impulso tra la fine degli anni venti e i primi anni trenta, su terreno di suo proprietà, donato al Comune. A questi dati se ne aggiungono poi altri che in sintesi rendono il quadro di un personaggio singolare, particolarmente generoso verso il suo paese che, con il garbo e la discrezione del nobile signore, ma anche con l’entusiasmo e la lungimiranza tipiche dei nobili illuminati, attraverso l’impegno pubblico, seppe rendere concreto e rilevante nel tempo l’affetto per la propria terra. A distanza di cinquant’anni dalla sua scomparsa, tuttavia, il nome del Marchese Tedeschi è ricordato essenzialmente attraverso la sua splendida Villa in contrada Scaro, acquistata dal Comune di Pozzallo negli anni ’70 e che, solo oggi, dopo importanti interventi di ristrutturazione, comincia ad essere fruibile dalla cittadinanza.” In questo 180° anniversario abbiamo tutti riscoperto questa figura che si è battuta per tutto il secolo scorso per la città di Pozzallo. Io ne ho un bellissimo ricordo di persona ieratica, dal passo lento e felpato, da tutti guardato con rispetto ed ammirazione, ma soprattutto disponibile con noi ragazzi, mai altezzoso, ma semplice, umano, figura quasi verghiana che mirava al miglioramento continuo e progressivo dello stato sociale in cui viveva. L’idea di una statua di alto profilo artistico che lo ritragga in questo palazzo ad accogliere gli ospiti, gli studenti, i lettori come usava fare realmente lui in vita, potrebbe veramente costituire il futuro passo di valorizzazione artistica di questa Villa e mi corre l’obbligo di ringraziare il sindaco Sulsenti per la capacità di fare proprie e rilanciare queste idee di grande valenza culturale per il futuro. Un grazie sentito infine alla dott.ssa Carmela Prestipino che quale responsabile del servizio per i Beni bibliografici e archivistici della Sovrintendenza di Ragusa ha continuamente spinto, incitato, proposto, attenzionato problematiche costruttive per la nostra Biblioteca, costituendo un punto fermo di dialogo tra istituzioni finalizzate alla crescita culturale. Grazie infine agli eredi, per la loro sensibilità. Sono eredi, e molti sono amici personali. Il mio grazie e quello dell’amministrazione comunale è sentito per la disponibilità e per la volontà di non arroccarsi mai su posizioni preconcette, avendo capito che è nostro intendimento valorizzare al massimo tutto ciò che è e costituisce memoria storica del Marchese Corrado Tedeschi e del suo nobile casato, nobiltà non solo di blasone, ma di azioni mirabili in favore del nostro territorio e della nostra gente. Grazie infine a voi tutti qui presenti, come testimonianza di amore per la città e per tutte le iniziative che intendono dare storia alla nostra comunità. Voglio concludere il mio intervento con un breve stralcio del mio discorso tenuto in occasione della nascita della Biblioteca il 4 novembre 1973: ”Il pluralismo culturale e la grande varietà e ricchezza che caratterizzano l’informazione di massa richiedono oggi che l’individuo maturi una sempre maggiore capacità di scelta; questa capacità risulta essere legata ad una sicurezza di base, che deriva da un solido senso della propria identità e della propria autonomia. Spetta a noi superare le difficoltà che oppongono remore al problema e sentire forte l’esigenza di una cultura che sia insieme nuova ed antica, moderna e classica. I mezzi ci sollecitano alla ricerca; la Biblioteca, antica aspirazione di Pozzallo, sempre sentita, mai attuata, grazie alla sensibilità dell’amministrazione comunale che ha recepito le nostre sollecitazioni, è una realtà. Molto si avrà da lavorare e molto ancora avrò da chiedere in nome dei molteplici bisogni della cittadinanza e della rinnovata mentalità, ma sono certo che non mi mancherà, in questa difficile opera di mosaico, l’appoggio morale di voi tutti e la soddisfazione di vedere tutti disposti all’utilizzazione di questi inestimabili tesori con quella consapevole responsabilità che il vivere civile comporta e che lo spirito umano esige. Siano questi libri i compagni veri e fidati, gli amici intellettivi. Essi non sono mentitori ipocriti, ma donatori di cognizioni, di scienza, di arte, di vita; sono ammaestratori, educatori, consiglieri, sono la guida più sicura nel cammino della nostra esistenza, perché tengono occupata la mente ed il cuore e ci indirizzano a sentimenti nuovi, a mete nuove. Troveremo in essi la storia dell’umano pensiero, della forza e del valore umano; vedremo figure di eroi di altri tempi, animate e piene di vita, commuoverci con i loro esempi; scopriremo la natura delle cose e le forze della materia, impressioni di ambienti che non conosciamo o conosciamo superficialmente, sentimenti poetici ed analisi di passioni umane, Nelle ore di ozio, come in quelle di riposo, una lettura piacevole senza affaticarci farà ritornare sulle labbra il sorriso; nelle ore di affannosa ricerca, alleggeriranno le ansie, dissiperanno i dubbi, le perplessità, ma soprattutto favoriranno quell’unione e quell’armonia che la vita esige e che non si riesce a trovare se non con quell’adeguata cultura che deve essere l’ambizione di ogni uomo responsabile.” ATTILIO SIGONA
|
BIBLIOTECA COMUNALE |